Pubblicato il 20/08/18e aggiornato il

Nuovo regime forfettario (ex minimi). Requisiti e tasse, come funziona?

Non tutti sanno che, dal 1° gennaio 2016, il tradizionale regime dei minimi è andato "in pensione", per lasciare spazio ad un nuovo regime fiscale agevolato.

Si tratta del regime forfettario agevolato, che eredita alcune caratteristiche dei minimi e che introduce anche grandi novità.

Vediamo di scoprire qualcosa di più, in modo da fornire tutte le informazioni utili per chi vuole aprire una partita iva. Come funziona?

Prima di descrivere le novità, avvertiamo che il regime dei minimi è ancora valido per coloro che vi hanno aderito fino al 2014. Per questi il regime avrà scadenza "naturale", ossia quella prevista quando l'hanno sottoscritto. Per chi invece ha aderito nel 2015 ai minimi rientrerà comunque nel regime agevolato del 5% per i primi cinque anni.

Chiusa parentesi minimi, torniamo al nuovo sistema.

Introdotto dalla Legge di Stabilità 2016 (in questa pagina trovate anche le modifiche introdotte negli anni successivi fino al 2018), il nuovo regime forfettario presenta subito un'importante conferma.

Percentuale tasse Regime Forfettario:
  • aliquota al 5% (com'era nei minimi) per i primi cinque anni, per chi inizia una nuova attività (quindi non sono inclusi coloro che continuano un'attività cominciata negli anni precedenti)
  • aliquota al 15% per gli altri o dopo i cinque anni.
Questo primo punto è forse il più significativo.
Gli altri vantaggi, le caratteristiche, sono:
  • esonero dal versamento IVA
  • niente ritenuta d'acconto
  • esclusione dagli studi di settore
  • non si è obbligati ad avere un registro contabile
  • non si paga Irpef, Irap, addizionali comunali e regionali (tutto è incluso nel 5% o nel 15%)
  • si fanno fatture con la solita numerazione e si è tenuti a conservarle, insieme ad altri documenti inerenti l'attività
Nella fattura, la dicitura da riportare in calce è "Operazione senza applicazione dell'Iva ai sensi dell'art.1, comma 58, della legge n. 190/2014".

Durata del regime forfettario
Non vi sono limiti di inclusione, a meno che non vengano rispettati i requisiti richiesti. Chi usufruisce della tassazione agevolata al 5%, dopo i primi cinque anni passa al 15%.

Requisiti del regime forfettario
Ecco i requisiti per rientrare nel nuovo regime fiscale delle partite IVA:
  • ricavi/compensi tra 25.000 e 50.000*
  • spese annuali per dipendenti o collaboratori sotto i 5.000 euro (al lordo)
  • acquisti annuali in beni strumentali sotto i 20.000 euro (non vengono calcolate le spese per beni immobili usati per l'attività)
*In base all'attività esercitata. Quindi non più un unico limite per tutti, che era di 30.000 euro.
Attenzione
Con la legge di stabilità 2016 il regime forfetario non include solo i contribuenti con redditi d'impresa, arte o professione che hanno realizzato un reddito maggiore rispetto al reddito da lavoro dipendente o assimilati. Quindi, possono aderire anche coloro che hanno un reddito da dipendente maggiore di quello ottenuto con il lavoro autonomo, d'impresa.
Come viene calcolato il reddito imponibile?
Ecco la novità principale rispetto al regime dei minimi.

Non si procede più con la differenza tra ricavi e spese per calcolare il reddito imponibile, tassabile, sul quale applicare l'aliquota prevista (5% o 15%).
Infatti il regime forfettario prevede un sistema differente.

Si prende l'importo totale dei ricavi e a questo si applica un coefficiente (ad esempio per attività professionali, tecniche, servizi finanziari... siamo sul 78%). Sul risultato, poi, si calcola la tassazione.

Esempio regime forfettario, calcolo tasse:
  • Ricavo annuale: 10.000 euro
  • Coefficiente: 78%
  • Reddito imponibile: 7.800 (cioè il 78% di 10.000)
  • Tasse (al 5%): 390 euro
  • Tasse (al 15%): 1170 euro
Quindi, una delle prime informazioni da verificare riguarda il coefficiente previsto per l'attività che si intende associare al nuovo regime fiscale.

Partita IVA: quando si pagano le tasse (scadenze)?
Ogni anno vi sono due scadenze per il versamento delle imposte previste per chi ha la partita IVA ed ha aderito al regime agevolato:
  • Acconto: entro il 2 luglio 2018 (o entro il 20 agosto, pagando uno 0,4% in più)
  • Saldo: entro il 30 novembre 2018 (salvo proroghe)
Per il primo acconto è possibile anche pagare a rate.

Partita IVA: e i contributi INPS?
Solitamente chi ha un reddito annuale non troppo alto, e aderisce ai regimi fiscali agevolati, opta per la "Gestione Separata" Inps quando deve decidere in che modo versare i contributi previdenziali (che non centrano con le tasse finora descritte, qui rientrano, ad esempio, i contributi per la pensione).

Ad esempio, i lavoratori autonomi con partita IVA pagano il 27,72% all'Inps, per la gestione separata. Scende al 24% per coloro che hanno già un'altra forma previdenziale o una pensione.
Le dichiarazioni dei redditi si fanno con il modello Unico.

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