Pubblicato il 28/03/19e aggiornato il

Inquinamento. Stop alle plastiche monouso (Parlamento Europeo)

Il Parlamento Europeo ha votato per un cambio radicale nell'utilizzo di alcuni prodotti inquinanti.

I dati sono davvero preoccupanti, l'inquinamento nei mari, negli oceani, a causa della plastica, sta diventando insostenibile, sia a livello ambientale, per la tutela della flora e della fauna marina (e non solo), sia per l'uomo, per noi che alla fine portiamo sulle nostre tavole piatti a base di quei pesci che si nutrono di microparticelle plastiche.

Un boomerang che torna indietro con crescente forza e velocità, da fermare con nuove leggi, nuove regole e soprattutto più educazione ecologica.

Si stima che in mare ci siano circa 150 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica, un'isoletta che ogni anno aumenta il proprio peso dai 4,8 ai 12,7 milioni di tonnellate.

Di cosa è formata quest'isola di spazzatura?
La maggior parte è costituita da plastiche monouso (49%), dopodiché plastiche derivate dai materiali della pesca (27%); seguono i rifiuti non plastici (18%), altre plastiche (6%).

Rifiuti marini per tipo - Fonte: Commissione europea
Quali sono i rifiuti più diffusi in mare?
In ordine decrescente, abbiamo:
  1. Bottiglie e tappi
  2. Mozziconi di sigarette
  3. Cotton fioc
  4. Pacchetti di patatine/caramelle
  5. Assorbenti igienici
  6. Buste di plastica
  7. Posate e cannucce
  8. Coperchi di bibite e tazze
  9. Palloncini e bastoncini di palloncini
  10. Contenitori di cibo, inclusi quelli dei fast-food
Quali sono le conseguenze dei rifiuti in mare?
Non si tratta solo di scempio che turba la nostra vista. I rifiuti sparsi nell'ambiente portano ad altre più importanti conseguenze.
  • Flora e fauna marina
    I pesci, i molluschi e tutti gli altri animali che vivono e si nutrono in mare rischiano di essere impigliati, legati con oggetti plastica, di mangiarli. L'ecosistema marino rischia il degrado con l'inquinamento del suolo, degli scogli, della flora. C'è poi il problema della diffusione di sostanze chimiche derivate da plastiche deteriorate in acqua, particelle minuscole che rendono difficile la bonifica.
  • Salute umana
    Come uno più uno fa due, se flora e fauna del mare sono un tutt'uno con i rifiuti plastici, ne consegue che anche l'uomo, che si nutre del cibo di origine marina, sarà a sua volta e inconsapevolmente un organismo che si nutre di plastica.
  • Costi dell'inquinamento
    Tutto questo inquinamento ha ovviamente un costo. Si stima che ammonti tra i 259 e i 695 milioni di euro. Ne pagano le conseguenze, in particolar modo, i settori turistici e ittici.
  • Conseguenze per il clima
    Per fare un paragone, eliminare un milione di tonnellate di plastica (magari con il riciclo) equivarrebbe all'eliminazione di un milione di auto dalle strade, per quanto riguarda le emissioni di CO2.
Quali sono le nuove misure dell'UE
Per questi motivi l'Unione Europea, a differenza di molti altri paesi sviluppati del resto del modno, si sta attivando per salvaguardare l'ambiente e limitare l'inquinamento, soprattutto quello derivato dalle plastiche monouso. Pensiamo al semplice cotton fioc utilizzato per la pulizia delle orecchie, oppure il mozzicone che viene sistematicamente gettato a terra o in acqua (le spiagge ne sono piene), le bottiglie dell'acqua e delle bibite con relativi tappi.

In parlamento è stato approvato il divieto totale per gli oggetti di plastica monouso, dei quali esiste già nel mercato l'alternativa ecologica, biodegradabile. Ad esempio i già citati cotton fioc, le posate, i piatti, le cannucce, i bastoncini utilizzati per i cocktail e quelli dei palloncini. In più sono stati aggiunti i contenitori dei prodotti alimentari dei fast-food.

Un'altra misura approvata dall'UE riguarda l'espressione "Chi inquina, paga", che coinvolgerà le aziende produttrici di tabacco e quelle del settore ittico (strumenti per la pesca).
Questo dovrebbe incentivare i produttori a cercare alternative eco-sostenibili (ad esempio reti da pesca biodegradabili).

Obiettivi per il futuro
Entro il 2029 portare la raccolta differenziata delle bottiglie di plastica al 90% (in Germania, ad esempio, il consumatore è premiato con buoni sconto se riporta al supermercato le bottiglie di plastica vuote); l'obbligo di etichettatura sui prodotti da tabacco con filtri, i bicchieri di plastica, gli assorbenti e le salviettine umidificate.

Entro il 2025 le bottiglie di plastica devono essere prodotte con il 25% di plastica riciclata; entro il 2030 con il 30%.

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