Lo stesso discorso vale per l'acquisto di beni che non prevedono un contratto ma che tuttavia sono vincolati da un preciso regolamento, da leggi scritte apposta per tutelare il consumatore.
Tuttavia, sono numerose le persone a conoscenza, ad esempio, del diritto di "ripensamento". Ossia, se un prodotto non rispecchia le aspettative, lo si può restituire, richiedendo indietro il denaro speso.
Fino a poco tempo fa il termine utile per la restituzione era di 10 giorni. Dal 13 giugno di quest'anno (2014), invece, passa a 14 giorni, due settimane, grazie ad un decreto del Governo ispirato ad una direttiva europea.
Vediamo quali altre importanti novità sono state introdotte nel settore commerciale.
- Se il venditore non avverte il cliente che ha diritto alla restituzione del prodotto entro due settimane, allora lo stesso cliente potrà usufruire di un tempo maggiore per il diritto di recesso, ossia di un anno (dodici mesi) anziché i 60 (due mesi) o 90 giorni (tre mesi).
- Il venditore dovrà restituire la somma dovuta al consumatore, che chiede il recesso, entro 14 giorni e non più in 30 come prima.
- La restituzione del prodotto, da parte del cliente, potrà avvenire in 14 giorni, anziché 10.
- Il venditore non può applicare costi di commissione per i clienti che pagano con carta di credito o bancomat.
Informazioni
Decreto legislativo 21 febbraio 2014, n. 21
Dossier Direttiva Europea per la tutela dei consumatori
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